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Jarod il camaleonte
The pretender


Fanfiction

  1.02 - Ritorno al Centro - 1a parte

La primavera era già cominciata sulle colline di Blu Cove nel Delaware.
In mezzo al verde vi si innalza un misterioso edificio, costruito a ridosso di un lago artificiale .
Un luogo incantevole,se non vi risiedesse la sede principale del Centro.

Il mio nome è Broots, e sono passati ormai molti anni, da quando ho iniziato a lavorare per questa organizzazione.
I fatti che sto per narrarvi, segnarono per sempre la mia vita e quella dei miei compagni di lavoro.
Ma chiamarli solo così non è esatto, in realtà loro furono in quel periodo i soli amici che possedessi.
Le loro vicende, e in particolare i segreti della loro dolorosa infanzia, si unirono con la mia vita.
Vi parlerò di un uomo,del suo incredibile dono,della capacità di essere chiunque voglia,e di saper gestire qualunque situazione. Erano passati ormai due anni dalla fuga di Jarod dal Centro.
Viaggiando per mezza America, Sydney, Miss Parker ed io avevamo passato tutto questo tempo nel tentativo di riportare Jarod a casa.

Naturalmente eravamo sempre in ritardo, Jarod se ne era già andato.Ogni volta spariva, ma rimanevano le sue imprese a testimoniarne il passaggio.
Ogni volta del bene era stato fatto: un bambino salvato ,una rapina sventata, o l' arresto di qualche lurido criminale che la giustizia non aveva ancora punito. Jarod li scovava tutti.
Come disse una volta Sydney "Jarod era un altruista nato".
Col passare degli anni ho imparato a conoscerlo, e vi giuro che in vita mia, non ho mai avuto a che fare con una persona così speciale.
Inutile dire che la natura aveva dotato Jarod di una intelligenza straordinaria, ed un'innata predisposizione alle simulazioni. Tutta la sua vita non era stata altro che una simulazione.
Il Centro naturalmente aveva sfruttato a proprio fine quella sua potenzialità.
In poche parole Jarod era un genio furbissimo,ma pur sempre un uomo.Ed è proprio dell'uomo che voglio raccontarvi.
Ricordo che a quel tempo Miss Parker era fuori di sé: aveva scoperto, suo malgrado, che Lyle era il fratello. Un assassino. Uno scaltro assassino, che d'ora in poi le avrebbe lavorato a fianco; e naturalmente con l'appoggio del padre. Per lei fu un periodo veramente difficile.
La morte della madre, avvenuta al Centro in circostanze misteriose quando lei era solo una bambina, continuava a turbarla. L'ossessionava.
Il padre non aveva sicuramente alleviato quelle pene; anzi l'aveva confusa, raggirata, in un turbine di bugie e d'inganni.
Il mistero del suo passato le pesava addosso come un macigno.
Solo Jarod aveva contribuito a districare un poco quella matassa. Tutti e due erano alla ricerca del loro passato.
Miss Parker avrebbe cercato ad ogni costo l'assassino di sua madre ma, cosa più importante, avrebbe riportato Jarod al Centro. E Jarod, dal canto suo, avrebbe fatto di tutto per conoscere i suoi genitori.
Il padre di Miss Parker aveva promesso alla figlia la libertà, in cambio di Jarod. E lei era davvero stanca di quella vita.
Ma quel giorno, c'era qualcosa di eccitante nell'aria. Parker era stranamente agitata ,come se qualcosa la turbasse .A dire il vero da un pò di mesi a questa parte era strana, come attirata da cose più importanti.
Se uno non la conoscesse, si sarebbe detta innamorata, per la sua continua distrazione.
Ma quel giorno Jarod catturò tutto il suo interesse.
Insieme a Lyle partirono dalla pista del Centro con un elicottero. Io e Sidney sapemmo in seguito che erano diretti nel New jersey in una località chiamata Cape May. Jarod era stato avvistato là.

Io e Sydney stavamo visionando dei documenti al computer .
Erano passate parecchie ore dalla partenza di Lyle e Miss Parker, quando Raines e le sue guardie del corpo piombarono nella stanza.
Il viso era raggiante: "Jarod è stato finalmente catturato!!! Miss Parker e suo fratello Lyle hanno avuto successo!"
Raines era una di quelle persone che solo a parlarne, sentivi i brividi dietro la schiena.
"Un cadavere ambulante" un giorno sentii Jarod definirlo così.
E aveva perfettamente ragione: Raines portava sempre con se una bombola di ossigeno. Non riusciva più a respirare liberamente da quando un misterioso incendio si propago nei sub livelli del Centro,e gli ostruii i polmoni per sempre.
Insieme a Sydney era stato il massimo esponente del progetto SIMULATORE. Tuttavia a lui riconducevano i fatti più orribili che fossero mai capitati al Centro. Tutti i bambini che gli erano stati affidati, come potenziali simulatori, erano impazziti, o morti in circostanze misteriose.
Per fortuna a Jarod toccò Sydney come tutore, se no forse a quest'ora...

"Siete diventati sordi?!" La voce graffiante di Raines mi riporto alla realtà.
L'unica cosa che fui in grado di dire fu "E' impossibile ..."
Il viso di Sydney era sgomento, un misto tra paura e incredulità.
"Come mai non mi pare molto contento di questa notizia, Sydney ... forse pensava che il suo pupillo non sarebbe più tornato a casa?"
"Perché non sono stato informato di questa operazione... avete voluto escludermi volontariamente, non è vero?"
Raines non rispose, ma prima di uscire con tutte le sue guardie del corpo ci disse che l'elicottero sarebbe atterrato a momenti.
Io e Sydney ci guardammo un attimo sorpresi, poi lui disse: "Presto Broots, raggiungiamo la pista, voglio vedere con i miei occhi."

Arrivammo là e l'elicottero atterrava in quel momento.
La prima a scendere fu Miss Parker, un sorriso le illuminava il volto, seguita da suo fratello.
"Finalmente a casa!" disse Lyle "presto,Sydney e Broots, aiutatemi a portare dentro il Grande Genio ...."
Gli avrei volentieri dato un pugno su quel sorriso beffardo, ma la sorte di Jarod in quel momento era più importante.
Jarod era semi sdraiato sulla poltrona dietro dell'elicottero, sembrava morto...
"Cosa gli avete fatto?" disse Sydney.
"Non preoccuparti, Syd, è solo addormentato il tuo angioletto...." disse Miss Parker fredda.
Il fratello la incalzò: "Non avresti mai pensato che un giorno questo sarebbe accaduto, vero Sydney? ...e invece eccoci qua!"
Sydney nemmeno gli rispose e si rivolse di nuovo a Miss Parker: "Come avete fatto a catturarlo e perché ne sono stato tenuto all'oscuro? ... rispondimi Parker!"
"Il Centro, Syd, è al corrente dei tuoi continui contatti con Jarod ... e questa volta non potevamo rischiare l'operazione ... Forza, portatelo dentro!"
Jarod fu issato su una barella e portato, sapemmo in seguito, in una stanza di massima sicurezza.

Le ultime parole di Miss Parker nei confronti di Syd erano state dure ma non prive di fondamento.
In moltissime occasioni Sydney aveva salvato la vita a Jarod, mettendosi tra lui e una pistola.
E, più spesso di quanto il Centro pensi, Jarod lo chiamava al telefono, per confidargli le nuove esperienze, belle o brutte che fossero, là fuori nel mondo. Questo rincuorava Sydney, in fondo a Jarod doveva moltissimo.
Negli anni passati al Centro con lui gli aveva insegnato di tutto, anche ad amare quella libertà, che per il grande senso del dovere gli aveva tolto.
In fondo al cuore, lui sapeva che il Centro non avrebbe accettato un suo NO, per il progetto SIMULATORE. L' avrebbero ucciso senza pietà, come la madre di Miss Parker.
Tuttavia si sentiva un vigliacco per aver permesso che succedesse.
Ora Sydney collaborava con me e Miss Parker per riportare Jarod al Centro, ma io sono sicuro che nel suo animo avrebbe voluto per sempre Jarod libero.

"Allora Parker, vuoi spiegarci che cosa diavolo è successo?!" Sydney era impaziente...
Ci trovavamo in quel momento nell'ufficio di Miss Parker.
Lei ci guardò turbata, poi si rivolse verso di me a bassa voce.
"Broots, posso parlare tranquillamente qui?". Rimasi sorpreso della sua prudenza, e la cosa non mi piacque per niente.
Le risposi che lì non era il caso, e ci spostammo nel mio ufficio. Almeno ero sicuro di non avere sorprese.
Controllavo ogni mattina che non ci fossero microspie, inoltre nella mia stanzetta non c'erano nemmeno telecamere indesiderate. La prudenza al Centro era tutto, non bisognava più fidarsi di nessuno.
Miss Parker sembrava molto tesa, ci guardò seria, e ci raccontò qualcosa di veramente incredibile.

Un paio di sere prima Jarod l'aveva chiamata al telefono, come faceva di solito, e avevano fatto un patto (del diavolo, direi io).
"Sicuramente non è stato facile convincermi, ma ormai ci sono troppe cose in ballo. Sono stanca dei segreti sulla morte di mia madre, e l'omertà di mio padre e Lyle... se potessi li strozzerei entrambi! Bisognava fare qualcosa, e l'idea di Jarod non è per niente male..."

"Miss Parker, ma ti rendi conto che Jarod e tutti noi saremmo in grave pericolo... è una follia!"
Disse Sydney preoccupato: "Non gli permetteranno di fare un solo passo, Jarod sarà super controllato, e anche noi. Ricordati, Parker, che da un pezzo non siamo più nelle grazie del Triumvirato..."
"E' vero" dissi io "come faremo ad aiutare Jarod? E poi perché, Dio mio, è dovuto tornare qui, non ha senso, sono anni che scappa e adesso come niente fosse, rieccolo a casa... ma che ha intenzione di fare? Non mi piace!!"
"Stai zitto Broots... vuoi metterti a frignare?"
Miss Parker era un pezzo di ghiaccio, un tailleur blu scuro le fasciava la vita . Era come al solito molto elegante, se non fosse stata per la gonna così corta. Indossava scarpe col tacco a spillo, e mentre mi guardava seria sembrava ancora più alta.
"Ascoltate, Jarod è tornato, perché solo qui troverà le risposte alle sue domande, e le mie anche. Ma non capite... in tutti questi anni là fuori non ha trovato che altri interrogativi, altri misteri senza soluzione. Nessuna risposta concreta sulla sua nascita, su chi fossero i suoi genitori, tanti indizi e nient'altro. Il suo piano è di andare a cercare là dove nessuno ha mai osato... nemmeno io. Non mi ha voluto spiegare un granché, ma penso che la prima tappa sarà l'ufficio di Raines .E noi naturalmente dobbiamo aiutarlo."
"Non sarà facile ,Miss Parker..." dissi io.
"Non voglio sentire altre storie... allora sarete con me o no?"
Fu Sydney a parlare per primo: "Certo... anche perché ormai non abbiamo altra soluzione... giusto Broots?"
"Già...." In effetti era così, non potevamo sicuramente abbandonare Jarod adesso che era tornato nella tana del lupo.
"Cosa dobbiamo fare, Miss Parker?".
"Allora ascoltatemi attentamente, innanzitutto bisogna trovare la stanza dove hanno rinchiuso Jarod e collegarsi con la telecamera interna. Voglio sapere sempre cosa succede li dentro. Questo lavoro tocca a te Broots..."
La guardai sgomento... "...allora ti muovi!!!"
"Ok... ok... mi collego subito..." Non fu difficile trovarlo.
Intanto Miss Parker continuava ad illustrarci il piano.
"Sydney, tu dovrai trovare il modo di entrare in contatto con Jarod per consegnargli le chiavi delle manette... sono sicura che l'avranno legato come un salame. Il tuo pupillo, Syd, dovrà essere slegato per strisciare nelle condotte dell'aria."
"Jarod ha intenzione di girare tutto il Centro nelle condotte di aerazione??" La interruppi io...
"Certo Broots, come pensi che sia riuscito a scappare da qui?? Qui entri di nuovo in ballo tu e il tuo cervellino computerizzato... Devi fare in modo che la telecamera della cella, a una certa ora della notte, trasmetta una immagine fissa di Jarod che dorme, in modo che lui possa filarsela dalla stanza e tornarci poi, ad un'ora prestabilita senza che nessuno si accorga di nulla... pensi di farcela Broots??"
"Sì... sì, suppongo di sì. Mi collegherò con il computer centrale, dovrò operare con prudenza, poi mi infilerò nel sistema di allarme e trasmetterò le immagini che vorrete......non sarà facile, ma si può fare..."
La stanza piombò nel silenzio.
Sydney era pensieroso, si sentivano solo il rumore delle mie dita sulla tastiera del computer, Miss Parker tamburellava nervosamente la penna sulla scrivania.
"Eccolo! Ho trovato Jarod!" La mia voce li riportò alla realtà. Una realtà dove se qualcosa fosse andato storto ci saremmo trovati nei guai fino al collo.
"Eccolo, lo tengono in una stanza di massima sicurezza nel sub livello23... ed ora mi inserisco nella telecamera di sorveglianza... fatto!".
Come aveva detto Miss Parker, Jarod era stato incatenato al letto con doppie manette, una gli serrava i polsi e l'altra le caviglie. Si era svegliato e sembrava tranquillo almeno per il momento...

"Bene, questa notte passerà senza che succeda nulla, così Broots avrà modo di registrare le immagini di Jarod che dorme, domani notte avverrà la prima uscita..."
In quel mentre squillò il telefonino di Miss Parker.
"Chi è?...sì papà... ho capito... domani mattina, intesi... ciao." L'espressione del suo viso non era certo delle migliori, ma confermava quello che ci disse:
"Domani mattina verrà istituita una commissione T per Jarod, io e tu, Sydney, dovremmo farne parte..."
"Ma certo, era ovvio che lo sottoponessero a una commissione T!" Il viso di Syd era un misto di emozione e di rabbia "non lo hanno torturato abbastanza in tutti questi anni?"
"E' la procedura, Syd, cercheranno di tirargli fuori più notizie possibili sui suoi ultimi contatti con il Centro. Sicuramente vorranno sapere come è riuscito a fuggire due anni or sono... e per questo sfrutteranno la nostra presenza Syd..."
Miss Parker era davvero preoccupata, ma risoluta come al solito: "Ce la caveremo anche questa volta... tu, Broots, approfittane per inserirti nei sistemi del Centro..."
Detto questo si voltò, e uscì dalla stanza. Rimanemmo solo io e Sydney e il silenzio; eravamo troppo presi dai nostri pensieri per parlare ancora.

Una commissione T. Anch'io una volta vi ero stato sottoposto,non era stato per niente divertente.....
Ricordo che avevo un gran paura e freddo, tanto freddo, mentre Raines dall'altro lato del tavolo mi interrogava.
La stanza era al buio e circondata da persone che non si vedevano, ma i loro occhi me li sentivo tutti addosso, l'unica luce era puntata sul mio viso e sulla figura di Raines dall' altra parte.
Volevano sapere che rapporti avessi con Jarod ( sospettavano che qualcuno lo aiutasse dall' interno) e per quale motivo ancora non eravamo riusciti a catturarlo ...
Non invidiavo sicuramente Jarod per quello che lo aspettava domani.

La notte trascorse tranquilla, e riuscii a registrare le immagini di Jarod che dormiva. Tutto proseguiva secondo i piani.
La mattina arrivò presto, mi svegliai di buon ora. Volevo collegarmi alla telecamera della stanza dove avrebbero interrogato Jarod, senza che nessuno si accorgesse della mia intrusione.
Avrei visto tutto da lì. L'idea sotto sotto mi eccitava, e la coscienza naturalmente mi mordeva, ma vedere come se la sarebbe cavata Jarod, Miss Parker e Syd mi affascinava troppo.

Erano le 8 del mattino in punto, quando Jarod fu portato, o meglio trascinato, nella sala dell'interrogatorio.
Lo ammanettarono alla sedia naturalmente, chissà mai dove sarebbe potuto fuggire...
Dalla telecamera posizionata nell'angolo destro della stanza potevo vedere Jarod di schiena, e avere in primo piano davanti a lui Miss Parker e il signor Raines .
Syd invece non riuscivo a vederlo, e neanche gli altri membri del Triumvirato. Ma erano lì nell'ombra... qualcuno respirava profondamente, qualcuno tossiva... ma soprattutto sentivo i loro occhi avidi addosso. Non avevano nemmeno il coraggio di mostrarsi, quei vigliacchi.
Jarod sembrava tranquillo, calmo e risoluto come al solito.
Come quando lo avevano catturato ,indossava un paio di vecchi jeans sbiaditi e una T-shirt nera .
Uno degli spazzini del Centro era a fianco a lui. Dalla mia posizione non riuscivo a vederlo bene ma mi pareva Willy. ("Spazzini" venivano definiti gli uomini del Centro, a loro toccavano i lavori più sporchi, dei veri killer, ma per fortuna non dotati di grande intelligenza)

L'interrogatorio cominciò, Raines chiese a Jarod che effetto gli facesse essere di nuovo casa, e lui gli rispose ridendo...
"Bene... Il figliol prodigo è tornato nella tana dei peccatori... Solo che, signori miei, qui dentro non si respira dal fetore di marcio che emanate. Ce l'avete dentro, fin nelle ossa! Mi date la nausea... è inutile continuare questa farsa, da me non saprete nulla! Anzi, voi mi dovete una grande quantità di risposte e..."
Un pugno lo colpì con forza sullo zigomo sinistro, girandogli la testa dall'altra parte.
Anche dalla mia posizione potevo vedere il sangue colargli copioso dal naso. Era stato Willy.

Miss Parker fu la prima a reagire...
"Ma cosa significa questo......Willy?! allontanati di lì... presto!!!" si era alzata in piedi di scatto "immagino che questo modo di procedere lo dobbiamo a te, Raines, non è vero?? Non tollero che si usi la violenza ... Non dimentichiamoci che Jarod è un investimento del Centro, signori!"
Il silenzio era piombato nella stanza "e qualcuno gli asciughi quel sangue..."

Dalla mia postazione mi fu facile riconoscere Sydney ,si avvicinò a Jarod con un fazzoletto e l'aiutò a fermare il sangue, gli disse anche qualcosa che non riuscii a capire. Poi gli infilò la salvietta nella tasca e si allontanò.
Jarod si chiuse nel silenzio più assoluto, la testa china appoggiata al petto, gli occhi bassi... non disse più una parola.
Raines continuò ad interrogarlo. Volevano sapere chi l'aveva aiutato a fuggire dal Centro e come; se c'era qualcuno ad fornirgli informazioni dall'interno, e come aveva fatto in quei due lunghi anni a sfuggire sempre. Ma Jarod non disse nulla.
Le domande finirono e lo riportarono nella sua cella.

Raines si avvicinò a qualcuno nell'ombra, la stanza si era svuotata del suo contenuto umano, sempre che ci fosse stato. Il silenzio regnava...
"Lo faremo stanotte, signore... parlerà, glielo posso giurare..."
Nella penombra un sogghigno orribile gli segnava il volto .

TERZA PARTE
Nella stanza di Jarod tutto era silenzio, dalla telecamera piazzata sul soffitto potevo vedere il suo corpo nel buio: un ammasso confuso nel letto. Tra qualche minuto sarebbe cominciato lo spettacolo.
La Parker mi aveva detto di interrompere le immagini con la mia registrazione a mezzanotte in punto. A quell'ora avveniva un cambio di turno del personale di guardia che monitorava la stanza di Jarod, ed io ne avrei approfittato per inserirvi l'immagine fissa. Si sarebbe vista solo una riga sullo schermo per un secondo, niente che non fosse scambiato per un banale disturbo.

Mancavano pochi minuti a mezzanotte, chissà se Jarod era sveglio?
Avevo paura. Quella notte poi, né Sydney né Miss Parker erano al Centro. Per non destare sospetti, avevano detto.
A me nessuno avrebbe fatto caso, ed era vero.
Spessissimo dormivo nel mio ufficio, tanto a casa non mi aspettava che un letto freddo e vuoto. Tanto valeva rimanere lì... Ad un tratto qualcosa catturò la mia attenzione.
La stanza di Jarod era buia, ma mi parve di vedere un movimento, una luce...
Qualcuno stava aprendo la porta...
Delle sagome scure si avventarono su Jarod, sentii urlare. Poi una delle sagome lo colpì con un oggetto, che in quel momento non riconobbi, ma poi supposi che si trattasse di una pistola.
Lo trascinarono svenuto giù dal letto, e uscirono dalla stanza.
Un brivido mi corse lungo la schiena.
Ero nel panico, non sapevo cosa fare. Sudavo... la prima cosa che mi venne in mente fu di telefonare a Miss Parker.
Naturalmente dormiva...
"Miss Parker... sei tu...??"
"Chi diavolo è a quest'ora?!"
"Miss Parker sono io... Broots" la voce mi tremava, anzi tremavo tutto... "qualcuno è entrato nella stanza di Jarod e lo ha portato via, oh mio Dio... non so cosa devo fare..."
"Chi, Broots... chi è stato? Cristo, ti vuoi calmare e spiegarmi tutto dall'inizio..."
"Si okay... ho visto delle persone entrare nella stanza di Jarod, lo hanno colpito con qualcosa in testa, penso una pistola, e trascinato fuori dalla stanza, era buio non ho potuto vedere chi fossero..."
"Okay, Broots, stai calmo... Ascolta, fai un monitoraggio completo di tutte le stanze e i corridoi in prossimità con la stanza di Jarod. Io ti raggiungo al più presto, avverti Sydney, avremo bisogno anche di lui, e che Dio ce la mandi buona..."

La cosa che in quel mentre mi colpì di più era il freddo .
Sentivo le gambe gelate come se il sangue non circolasse. E poi il dolore alla testa... Dio, era fortissimo, e pulsava.
Prima o poi avrei dovuto riaprire gli occhi. La paura (anche se ne avevo un' idea) di sapere chi mi aveva trascinato lì con la forza,me lo impediva.
Quando tornai alla realtà,il viso di Raines era sopra il mio e mi fissava. Gli occhi freddi iniettati di sangue...
"Bentornato dal mondo dei sogni Jarod... sei a tuo agio?"

Mi avevano legato su un lettino da ospedale, cinghie mi serravano i polsi, e le caviglie. Erano così strette da sentire gli arti atrofizzarsi man mano che il tempo passava.
"Questa situazione non mi è del tutto nuova, signor Raines......"
Una voce conosciuta giunse alle nostre spalle. "Bando alle chiacchiere, vogliamo cominciare......."
"Oh! Naturalmente non poteva mancare il signor Lyle... tutta la famigliola dei pazzi al completo... non è vero?" Ora avevo veramente paura.
"...lasciatemi andare ...è inutile, non vi dirò niente..."
"Parlerai invece Jarod, o non uscirai vivo da qui dentro!" La voce era dura, ma le sue labbra sorridevano. "Raines, proceda!"
"Questo intanto ti scioglierà la lingua..." Raines si avvicino con una siringa.
Si trattava sicuramente di un miscuglio di droghe, per indurmi a parlare. Me la piantò nel braccio, senza pensarci due volte.
"Carissimo Jarod, come già saprai la tua testa, e la tua intelligenza, sono molto preziose per il Centro" mi sembrava che la voce di Lyle giungesse da una grotta. Segno che la droga cominciava a fare effetto... "non potremmo mai sprecare quello che hai li dentro....per il tuo bene ti conviene dirci chi è l' informatore! Sappiamo per certo che qualcuno, in tutti questi anni, ti ha passato informazioni riservate... chi è... forse Sydney? Le telefonate con lui sono diventate più che confidenziali, lo so. In fondo per lui sei come un figlio... O forse è la mia cara sorellina, da lontano ti svelava lei i segreti del centro?"
Camminava avanti e indietro, come un pazzo, senza neanche guardarmi in faccia.
Solo in quel momento mi resi conto che mi trovavo in una stanza buia e sporca. Le pareti sembravano di carbone, mi girava la testa, anzi le pareti si muovevano.
I muri erano neri. Ecco, ora capivo il fuoco, aveva bruciato tutto.
Ricordo che quando ero piccolo Sydney mi aveva parlato di un incendio al centro... eravamo nel sotto livello 27. Che fu poi abbandonato, nessuno c'era più tornato da allora probabilmente.
Pronunciai forte "sotto livello 27" senza neanche rendermene conto, e Raines fu subito pronto ad informarmi che non avevo sbagliato.

"Giusto Jarod, siamo nel SL-27, e stai sicuro che nessuno ti sentirà urlare da quaggiù ...... Parla!! Chi ti ha aiutato??"
"Non vi dirò niente!" balbettavo.
"Ne-ne-nessuno mi ha aiutato..." Tutto ad un tratto mi sentivo leggero, mi pareva di poter volare... sì, mi sarei probabilmente librato in volo se non fossi stato... stato legato. Non dovevo lasciarmi andare!
"Devo resistere alla droga! Devo..."
Lyle mi si avvicinò, sentivo il suo fiato sulla fronte ma stranamente non riuscivo a metterne il viso a fuoco, parlava lentamente,il respiro era regolare,la voce ferma...

"Jarod, dimmi chi ti ha aiutato... voglio il suo nome... basta che tu me lo dica e tutto finirà qui...
"Ucciderete qualcun' altro! O sem-semplicemente lo farete sparire... co-come avete fatto con tutti quelle persone che erano di-diventate scomode per il Centro. La madre di Miss Parker è una di quelle... oh, dimenticavo che è anche tua madre Lyle... tu non ne sai ni-niente del suo presunto suicidio, o dovrei dire omicid..."
Non feci in tempo a concludere la frase che Lyle mi si avvento contro.
Estrasse la pistola da sotto la giacca la puntò sulla mia gamba destra, e guardandomi negli occhi sparò. Sentii un dolore lancinante alla coscia, la pallottola rovente aveva trapassato la carne per impiantarsi sul pavimento sotto di noi.
La voce mentre gridavo mi si strozzò in gola, respiravo a fatica, il dolore era insopportabile... stavo svenendo.
Lyle mi guardava e rideva... "Un genio può anche fare a meno delle gambe... non è vero Jarod?"
Poi il buio mi avvolse.

(Continua 2a parte)

Scritto da Paola

 

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